Mediterraneo
tropicale, 85 i pesci alieni
Il
Mediterraneo è sempre più un mare del Sud a causa dell'aumento
della temperatura delle acque registrato negli ultimi 30 anni. L'acqua
più calda si è rivelata un habitat ideale per diversi
ospiti: dal pesce palla alla ricciola tropicale al pesce scorpione.
Sono oltre 85 le specie ittiche di origine tropicale che si sono introdotte
e adattate nel 'mare nostrum', contro le 550 autoctone: le loro
popolazioni sono in forte crescita, forse anche a causa dello stress
che stanno subendo i nostri pesci, minacciati dalla pesca irrazionale.
Lo confermano le indagini dell'Icram, l'Istituto centrale per la ricerca
scientifica applicata al mare del ministero dell'Ambiente.
Un
esempio è quello della ricciola fasciata, proveniente dall'Atlantico,
della quale sono stati pescati circa un migliaio di individui nelle
acque intorno alla Sicilia. "Le specie 'immigranti' provengono
dall'Atlantico e dal Mar Rosso, da dove queste specie hanno cominciato
ad entrare già nel 1901, 33 anni dopo l'apertura del Canale di
Suez, ma negli ultimi anni assistiamo ad un aumento di specie e soprattutto
ad un aumento della biomassa, cioè la quantità di pesci
per ogni singola specie". Altro fenomeno è la migrazione
di specie tipiche del Mediterraneo meridionale, come i carangidi, il
pesce balestra o il pesce pappagallo, verso i mari settentrionali. Le
specie immigranti che provengono dal Mar Rosso sono 55: di queste una
quarantina sono aumentate in termini di biomassa, e 10 sono diventate
di interesse commerciale.
Dal Mar Rosso sono arrivate due nuove specie di triglie che si sono
stabilizzate nel Mar Libico, una specie di cernia, un tonnetto e il
barracuda del Mar Rosso, più grande di quello mediterraneo. Le
specie provenienti dalla parte atlantica sono una trentina: ad esempio
due nuove specie di ricciola, la rosa e la fasciata, che si aggiungono
a quella nostrana, il pesce palla, di cui il primo esemplare è
stato pescato 17 anni fa ed è oggi distribuito in tutti i mari
del Mediterraneo centrale". Il pesce scorpione è pericoloso,
con la sua spina velenosa, ma vive nelle acque di Israele e del Libano,
mentre il pesce palla contiene una tossina nelle carni ma non è
specie commerciale. Sono in diminuzione squali e mante: i pesci cartilaginei
sono animali fragili, dal sistema riproduttivo basso, che subiscono
l'inquinamento e l'aumento dello sforzo di pesca".
I motivi della tropicalizzazione del Mediterraneo sono connessi ai cambiamenti
climatici globali: non solo aumento della temperatura ma anche il cambio
delle stagioni, l'aumento dell'anidride carbonica, insomma la modificazione
globale dei parametri che regolano le leggi biologiche del mare. Da
non sottovalutare poi le fonti di penetrazione attraverso gli acquari,
l'acquacoltura e le acque di carico delle grandi navi cisterna. "Ma
la grande recettività che il Mediterraneo mostra alle specie
invasive può essere dettata anche dallo stress dei pesci mediterranei,
indeboliti dalla pesca eccessiva e dall'inquinamento, che lasciano spazio
alle specie tropicali più aggressive. L'inquinamento causato
da metalli pesanti e pesticidi sta modificando la sensibilità
e la fisiologia dei nostri pesci".
Secondo l'Icram, la creazione di aree protette marine potrebbe costituire
un importante "laboratorio" per studiare la biodiversità
e i suoi mutamenti. In realtà l''effetto Tropici' rappresenta
comunque un ritorno al passato, a 50 milioni d'anni fa, quando il Mediterraneo
era popolato da fauna tropicale. L'assenza nel bacino di certe famiglie
che abitano nel contempo in Atlantico occidentale e Mar Rosso si può
spiegare con la loro incapacità di adattarsi all'abbassamento
della temperatura delle acque mediterranee durante l'epoca glaciale
ed anche successivamente. Ciò ha provocato un'interruzione della
continuità dell'habitat che si presentava omogeneo in senso longitudinale.
Ma ora, con il riscaldamento della acque, sta ritornando anche la continuità.