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ASSENTE DALLA CECK-LIST DEI RAGNI DI SICILIA


Si tratta di Uloborus walckenaerius ritrovato ancora una volta in una ragnatela di Cyrtophora citricola, specie molto comune soprattutto nelle siepi di fico d'India, facilmente riconoscibile per l'addome tubercolato e per i bozzoli a catenella.

Gli Uloboridi sono i soli ragni a non possedere veleno. Oltre alle normali filiere possiedono un organo detto "cribellum" da cui viene emessa una seta bluastra molto particolare i cui fili sono adesivi non per sostanze collose ma per la sua stessa struttura fisica. Lo stesso colore non è dovuto a pigmenti, ma ad un fenomeno ottico causato dall'estrema sottigliezza dei fili.

Uloborus walckenaerius (lungo intorno a 5 mm, il maschio meno) ha il corpo densamente coperto di peli bianchi che nell'addome formano delle linee con ciuffetti eretti. Una striscia scura percorre la parte ventrale, mentre ai fianchi
dell'addome si evidenzia una coppia di bande traverse nerastre. Il primo paio di zampe è molto lungo; il quarto, corto, porta sul pretarso una "spazzola" speciale (visibile al binoculare) per filare la tela del cribellum.

Il ragno è in grado di costruirsi una tela più o meno orizzontale ove si tiene al centro e a pancia in su, con le zampe parallele al corpo.

La specie fa coppia con Uloborus plumipes che si distingue per i lunghi e densi peli portati dalle prime tibie. La sua presenza nel territorio è da tempo documentata.

I ritrovamenti di Uloborus walckenaerius ed Episinus maculipes contribuiscono ad accrescere la biodiversità della Sicilia e rappresentano un riscontro positivo alla costante e attenta ricerca che il CEA da anni svolge nel territorio della bassa provincia nissena.

S. Zafarana