Fossili


fossili

Il Paleozoico

Nella parte sinistra contiene campioni di tutte le Ere geologiche. In basso, il Paleozoico con i primitivi cefalopodi Orthoceras e trilobiti dal Marocco. Ad essa appartengono i sedimenti di piattaforma carbonatica siti alle porte di Palazzo Adriano (PA), che hanno restituito fossili di grande interesse e in ottimo stato di conservazione. Sono esposti alcuni poriferi e colonne di crinoidi provenienti da tale località e risalenti a circa 240 milioni di anni fa.

Il Mesozoico

 Molto più abbondanti sono, nella nostra Isola, i fossili dell’Era Secondaria, soprattutto nella parte occidentale. Vi si ammirano ammoniti, belemniti, crinoidi e brachiopodi. Le prime ebbero enorme diffusione in tutti i mari e scomparvero totalmente alla fine dell’Era. Le belemniti sono gli antenati di seppie e calamari attuali; avevano una conchiglia interna di cui rimane la parte distale (rostro), il cosiddetto “sigaro”. Gli esemplari esposti provengono da Monte Inici (TP) e da Monte Cocullo (ME).

belemnite

Il Terziario

All’Era Terziaria (Miocene) si fanno risalire i resti di pesci, i denti di squalo e gli otoliti (pezzi calcarei dell’orecchio dei pesci), mentre al Pliocene vanno ascritti gli altri (Pinna fragilis, Murex sp, Keratoisis melitensis), nonché il calco di due esemplari di Cyatidium foresti, raro crinoide sessile raccolto nei dintorni di Palagonia e i cui originali sono stati donati all’Università di Roma.

cyatidium foresti

Il Quaternario

L’ultima Era, il Quaternario è quella a cui fanno riferimento i terreni del tavolato niscemese, la cui parte bassa è ascritta la Pleistocene inferiore. Poco distante, a Monte San Nicola, recentemente è stato stabilito l’inizio dell’Era (piano Gelasiano, circa 2 milioni di anni fa). Alcuni fossili quaternari esposti sono “ospiti freddi”, cioè specie venute dal nord durante i periodi glaciali, ma c’è anche un esemplare di Patella ferruginea, “ospite caldo” migrato dai mari dell’Africa occidentale nel periodo interglaciale.

Attenzione ai falsi fossili!

beringer fossil
Ricostruzione di alcune pietre false (Lügensteine in tedesco) di Beringer

Più sotto, si ha una rassegna sulle antiche credenze sui fossili. Si espongono imitazioni delle pietre di Beringer, il medico del Settecento che riteneva i fossili frutto degli influssi astrali e aveva scritto pure un libro sulle sue teorie, dalle quali dovette ricredersi quando, per burla, gli furono fatti ritrovare improbabili fossili con la scritta “Vivat Berengerius”. Sono riportate alcune interpretazioni in voga nel Medioevo: l’ambra (resina fossile), era ritenuta la pietrificazione delle lacrime degli dei; i Nummuliti (grossi unicellulari) erano lenticchie pietrificate; il mollusco Gryphaea era un’unghia del diavolo; i denti di squalo erano lingue pietrificate di pesci; ricci di mare e belemniti si credevano sassi piovuti dal cielo e frammenti di fulmini; le ammoniti, infine, erano credute serpi pietrificate alle quali Sant’Hilda aveva tagliato la testa.