I rettili


Le testuggini

La testuggine di Hermann è la più diffusa delle tre presenti in Italia e l’unica sicuramente autoctona in Sicilia. Si distingue dalle altre specie per l’astuccio corneo all’estremità della coda. Il maschio è di taglia inferiore; ha il carapace più alto, il piastrone incavato e la coda più lunga. La specie è protetta dalla legge che prevede gravi sanzioni per quanti detengono animali non dichiarati.

La testuggine palustre e le specie alloctone. Indagini genetiche recenti hanno dimostrato che la specie autoctona presente in Sicilia è diversa da quella della penisola, ed è stata denominata Emys trinacris. In passato era molto più diffusa, mentre oggi la si ritrova in aree molto localizzate lungo il fiume Salso. Negli ultimi decenni, sono state immesse nell’ambiente testuggini americane che costituiscono un grave rischio per le specie alloctone.

I sauri

emidattilo
Geco verrucoso, giovane (Foto: Manuel A. Zafarana)

I Sauri sono rettili con il corpo allungato, rivestito di squame e presentano zampe più o meno sviluppate. Si riproducono mediante uova deposte sotto le pietre, nelle cavità di tronchi o in buche scavate nel terreno. Svolgono il ruolo di predatori, assumendo grande importanza nel controllo biologico di insetti e vermi.

Le lucertole conducono vita diurna spostandosi rapidamente nel terreno alla ricerca di cibo. Nella Sughereta si possono ammirare, in primavera, il ramarro dalla livrea verde smeraldo e azzurra, la lucertola campestre e l’endemica lucertola siciliana.

I gechi, grazie al corpo appiattito e alle zampe adesive, vivono tra le fessure cacciando d’agguato. Nel comprensorio, insieme alla comune tarantola, si trova anche l’emidattilo verrucoso.

Degli scinchi fanno parte il gongilo e la luscengola. Il primo, dalle squame lucide e dalle zampe corte, scava nei suoli sabbiosi o si e si nutre di insetti, lumache e lombrichi. L’altra, più esile e dall’aspetto bronzato, è legata maggiormente ai luoghi umidi.

I serpenti con due “chicche”

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Il particolare reperto in una foto di Matteo Fontanella

Il Museo Civico conserva un reperto particolarmente interessante e inusuale: quello di un biacco rinsecchito e privo di coda, con una testa di lucertola che sbuca dall’addome. Si tratta di una predazione conclusasi tragicamente sia per la preda che per il predatore. I colubri, contrariamente alle vipere, non hanno denti del veleno e sono, pertanto, costretti ad ingoiare la preda viva dalla parte della testa. Nella fattispecie, è accaduto che la lucertola ha bucato la pancia alla serpe e morendo insieme al suo predatore. Accanto, due giovani esemplari di boa delle sabbie (Eryx jaculus), specie nordafricana, balcanica e medio-orientale presente in Italia solo a Licata; per la sua incerta origine, è oggetto di studio degli zoologi.